Veduta del lago del Fucino

Aurelio Tiratelli (Roma 1842 – Roma 1900)


1875 ca.

Olio su tela

49×111 cm

Pittore prevalentemente di paesaggio, Tiratelli si dedica sin dagli anni Settanta alla rappresentazione della Campagna Romana e della Ciociaria i cui solitari paesaggi o i vicoli dei loro paesini sono resi quasi fotograficamente grazie anche a un sapiente uso di colori pastosi e brillanti e a un disegno naturalistico di grande qualità.
Il suo studio della natura avviene non solo tramite schizzi su foglio ma anche attraverso il dagherrotipo di cui fu un convinto estimatore tanto da essere considerato uno dei primi pittori fotografi romani.
Già dalle prime esposizioni (quelle della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti e l’Esposizione Universale di Parigi del 1878), Tiratelli ottiene un notevole successo di mercato proprio grazie alla resa e alla scelta dei soggetti.
Di nuovo presente all’Esposizione di Belle Arti di Roma del 1890, i suoi lavori continuano a riscuotere notevole interesse fra il pubblico tanto che una sua opera, Lavorazione d’olio a Ceccano, fu acquistata dal re Umberto I.
Meno frequente nella produzione dell’artista è la rappresentazione di paesaggi abruzzesi come la Veduta del lago del Fucino.
Il motivo, in questo caso, può essere dovuto sia allo scarso interesse degli estimatori di questo genere di pittura verso un territorio generalmente fuori dai percorsi del Grand Tour sia alla difficoltà da parte di quei pittori paesaggisti che risiedevano a Roma di raggiungere luoghi così distanti e per di più pericolosi a causa del brigantaggio.
Per tali motivi, la Veduta del lago del Fucino acquista un’importanza affatto particolare in quanto alla rarità della rappresentazione (prima di questa, l’unica veduta che presenta lo stesso punto di vista è un disegno di Jacob Moore datato al 1776-1779 oggi a Birmingham), unisce l’interesse per il dato storico-documentario del prosciugamento del lago compiutosi tra il 1854 e il 1878.

Provenienza

Collezione privata

Inventario

OPS 2609

Collocazione

Sala G

Tags:

Ottocento