Presenza cupa o minacciosa, luogo di favole e racconti, draghi guerre prigioni storie, il Castello attraverso l’immaginifico racconta. Un’esperienza immersiva nata dalla collaborazione con il MAXXI.
Venerdì 17, sulle mura del FORTE SPAGNOLO
Così Kafka nel suo libro “Il Castello”, siamo intorno al 1922, lo rende una mastodontica figura misteriosa che sovrasta un villaggio, minacciosa, il nostro segno ad reprimendam audaciam aquilanorum, metafora della condizione eterna del vivere umano, luogo delle solitudini dove si ritrovano i conflitti del quotidiano, oppressori e oppressi, le scritte lasciate dai prigionieri nel Calabozo del Castello Cinquecentesco, la destrutturazione dell’essere.
Così nel 1951, il Forte spagnolo, restaurato dai danni dell’occupazione nazista, guerra ancora guerra, divenne altro. Un Presidente della Repubblica italiana, Luigi Einaudi, le immagini ce lo rendono che attraversa la città in macchina, trasformò quel simbolo di forza e oppressione in inclusione. Un Museo, il Nazionale d’Abruzzo, il più importante della regione dove, come affluenti di un fiume, confluirono le opere del Museo Civico Aquilano e del Museo Diocesano d’Arte Sacra.
E’ stato raccontato in questo modo, il Castello, dai nostri funzionari ai Masbedo, Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970), riconosciuti tra i più importanti video artisti e innovatori nel campo dell’arte contemporanea che usano, nelle loro installazioni, il linguaggio del video in forme diverse, performance, teatro, fotografia.
L’occasione è stata la partnership con il MAXXI per il Festival Internazionale di performance d’arte, danza, teatro e musica PERFORMATIVE.01 Contact(Less).
Il video e gli elementi audio della performance sui percorsi difensivi rinascimentali del Forte spagnolo, dal forte titolo “gli occhi del topo”, racconteranno, con immagini girate all’interno del Castello e installazione immersiva, il mondo sotterraneo e labirintico dove gli unici sbocchi all’esterno e comunicazione interna sono delle feritoie nella muratura dell’edificio. Un luogo in cui prevale l’aspetto uditivo, evocando l’immaginario di chi abitava e si perdeva nel Castello ragionando sulla forza del suono reinterpretato dai Masbedo Insieme ai musicisti Davide Tomat e Gup Alcaro .
L’ installazione audio visiva site-specific coinvolgerà il pubblico con una proiezione sulle mura esterne della Fortezza evocandone i percorsi, gli spazi sotterranei, i silenzi e le storie .
Mura, quindi, non più barriere ma aperture nell’ottica futura del Museo Nazionale d’Abruzzo di includere, dialogare, interagire fare trama con il territorio.
Venerdì 17 settembre ore 21.00, Castello Cinquecentesco, Installazione audio-video dei Masbedo “Gli occhi del topo”. Prenotazione non necessaria