Martirio di Eustachio e della sua famiglia

Maestro di Campo di Giove (Nicola Olivieri da Pietransieri?)

Maestro di Campo di Giove (Nicola Olivieri da Pietransieri?)

Martirio di Eustachio e della sua famiglia

1370 circa

Tempera su tavola

40,6×31,2 cm

Dopo il rifiuto di Eustachio di compiere un sacrificio agli idoli pagani, Adriano comanda il martirio del condottiero, il quale viene gettato con la moglie e i suoi figli nell’arena insieme a leoni feroci. La famiglia però sopravvive alle fiere. L’imperatore, quindi, dopo aver ordinato di rendere incandescente un toro di rame, fa porre al suo interno Eustachio, Teopista e i loro figli, dove muoiono martirizzati.

Nella scena, l’ultima del quarto registro, è rappresentato il momento del martirio. Il grande toro, posto sopra un fuoco, domina la scena e copre gran parte del paesaggio roccioso sul fondo.

Al suo interno, i quattro martiri pregano. Eustachio è in posizione frontale e con le mani giunte, mentre Teopista, dietro di lui, ha le mani al petto e lo sguardo verso il basso. Agapito e Teopisto sono rivolti verso destra, ritratti di profilo, alle spalle dei genitori.

Dal 1988 fa parte di una collezione privata milanese.

Provenienza

Collezione privata, Milano

Crediti fotografici:

Museo Nazionale d’Abruzzo, L'Aquila; ph. Giuseppe Malcangi

  • Bibliografia

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    Documenti

    Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, Archivio Storico, b. Campo di Giove, f. Chiesa di Sant’Eustachio.
    Archivio Centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale Archeologia e Belle Arti, v. III, s. II, b. 250, f. 12.
    Fondazione Federico Zeri, Fondo Zeri, s. Pittura italiana, b. 123. Pittura italiana sec. XIV. Umbria, Abruzzi, f. 6. Anonimi abruzzesi sec. IVX (inv. foto inv. 31156, 31158; 31162; 31161; 31163; 31164; 31159, 31166, 31167, 31168, 31169, 31170, 31165).
    Fondazione Federico Zeri, Fondo Fototeca Everett Fahy, s. Arte italiana, b. Abruzzi-Avignon, f. 4 – Master of Castelvecchio Subequo C.

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