Lo scheletro ritrovato poggiava su sabbie fini di colore grigio scuro, con diversi minerali e frammenti di calcare (le rocce sedimentarie di colore bianco che formano le montagne attorno). Sopra a questo c’era uno strato di argille grigie e ancora sopra sabbie e argille. Nell’ultimo strato, argille ricche di fossili e più̀ scure.
Questi livelli sovrapposti e il loro contenuto hanno permesso di ricostruire che si trattava di un ambiente lacustre e di palude.
1.300.000 anni fa in questa zona c’erano foreste con alberi che ora non fanno più̀ parte della vegetazione italiana: Tsuga, una conifera, e Carya, un albero della famiglia del noce, che ora vivono in Asia e in Nord America; Zelkova, un albero della famiglia dell’olmo che vive in Asia, recentemente riscoperto in Sicilia.
Sono dati che si ricavano dallo studio degli antichi pollini: il fatto che ci fossero molte Tsuga e Carya e pochi pini e cedri indica che si trattava di un periodo interglaciale caldo.
Progetto grafico di Francesca Condò – Direzione generale Musei