Mammut 70
L’emozione del ritrovamento

 

 

Tutto ebbe inizio il 17 marzo 1954 quando l’Anonima Materiali Argillosi comunicò alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise la scoperta di un elefante fossile nella sua cava; il documento inedito, rinvenuto nell’archivio SABAP per le province di l’Aquila e Teramo, impone la revisione della data del ritrovamento dello scheletro di un Mammut da parte degli operai della fornace che, perforando il terreno alla ricerca d’acqua a meno di un metro di profondità, sotto a uno strato di argilla e a uno di sabbia, ne rintracciano i primi resti. Ricorrendo il 70° anniversario dal suo rinvenimento, il Museo Nazionale d’Abruzzo si farà promotore di una serie di iniziative che ci accompagneranno per tutto il 2024 contraddistinte dal logo ideato appositamente da Francesca Condò.

Una piccola mostra documentaria ci fa ripercorrere le fasi del ritrovamento del fossile, dallo scavo al recupero e all’allestimento nel bastione est attraverso le “voci” dei protagonisti.

Il Museo Nazionale d’Abruzzo è insignito dal comitato regionale della Società Paleontologica Italiana della targa di riconoscimento del premio Fossili Regionali 2023, iniziativa volta a favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.

La visita verrà resa più dinamica grazie alla tecnologia AR core che permette di visualizzare il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita.

In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila verranno realizzati i prototipi 3d del Mammut e del suo teschio per rendere la sala del bastione est del Castello cinquecentesco accessibile agli utenti non vedenti.

Nel corso dell’anno per gli appassionati di filatelia sarà disposto l’annullo filatelico dedicato, che renderà più speciali i festeggiamenti del 70°.

Nei mesi autunnali si svolgerà un convegno scientifico di rilevanza nazionale dal titolo “Il Mammut del Castello – settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene”, durante i cui lavori saranno riportati i risultati acquisiti sull’esemplare attraverso nuove metodologie di indagine e il recente restauro.